Si tratta di un alberello di 3-5 m a tronco tortuoso, con foglie caduche, ellittiche e pelosette nella pagina inferiore. In autunno compaiono i frutti, marrone rugginoso, rotondeggianti e contenenti 5 semi: come le sorbe, anche le nespole vanno raccolte e lasciate per un paio di mesi a riposare sulla paglia oppure si lasciano ammezzire sulla pianta, grazie al gelo; in ogni caso saranno pronte per dicembre, quando la polpa è diventata tenera, dal sapore dolce-acidulo.
Consigli di coltivazione
Non è particolarmente esigente, ma non ama il freddo molto intenso, né i terreni troppo secchi o molto umidi, e preferisce posizioni piuttosto fresche e semiombrose. La riproduzione da seme è sconsigliata, data la lentezza di crescita, che interessa anche le piante innestate su franco (preferibili come portainnesti biancospino o cotogno). Non necessita di potatura, se non per togliere i rami secchi o rotti e per spuntare i rami troppo sviluppati o quelli che non producono più, poiché il nèspolo fiorisce e fruttifica in cima ai brindilli. Inoltre, assume spontaneamente una forma abbastanza compatta con vegetazione piuttosto fitta. Si può concimare in autunno con letame maturo. È sensibile al colpo di fuoco batterico (Erwinia amilovora).
Da non dimenticare
I frutti si raccolgono fra ottobre e novembre, a seconda della varietà, anche se non risultano commestibili perché troppo dure e astringenti. Vanno pertanto fatti maturare (“ammezzire”): un tempo si stendevano in unico strato sulla paglia assieme alle mele selvatiche, alle sorbe e ad altri frutti.
